Nuovi lockdown nuove ansie. E questa volta è più dura. Parla Isabel Fernandez psicologa dell’emergenza
Quando pensavamo di esserci appena risollevati eccoci di nuovo precipitare nel baratro. La minaccia Covid sta mettendo a serio rischio le nostre risorse fisiche, economiche, emotive. Quali le strategie psicologiche per affrontarla? Isabel Fernandez, psicoterapeuta esperta di psicologia dell’emergenza e presidente dell’Associazione Emdr Italia, ritorna con i suoi consigli per affrontare la crisi
Porsi piccoli obiettivi, prendersi cura di sé: le strategie che funzionano
D. Nuovi lockdown nuove ansie. Parla Isabel Fernandez. Psicologa dell’emergenza. Per molte persone la seconda ondata della pandemia da Covid19, con i successivi provvedimenti di lockdown e restrizioni, si sta rivelando più pesante della prima anche dal punto di vista psicologico. E’ anche la sua impressione?
R. Le situazioni sono diverse a seconda delle persone, delle storie individuali. Alcuni reagiscono meglio perché in un certo senso sono più “allenati”, sanno cosa aspettarsi. Il trauma della prima volta era imprevisto, abbiamo avuto un senso di incredulità, impotenza e paura. Non si sapeva cosa ci aspettava e quando sarebbe finito. Ora ci siamo abbastanza abituati a convivere con il virus, cambiando abitudini, tenendo le distanze e organizzandoci diversamente. In un certo senso si è più forti.
Per altri invece questa seconda ondata ha significato ripiombare in uno schema durissimo e riattivare tutte le paure che hanno si sono vissute la prima volta, le ansie, l’isolamento, le difficoltà. La seconda “mazzata” non se l’aspettavano. Ci stavamo risollevando, dicono, eravamo in ginocchio, deboli e feriti, cercavamo di rialzarci e questo colpo ci ha fatto ripiombare nel baratro. Chi vive questi sentimenti magari sta vedendo fallire i propri progetti di vita, o è sommerso dalle conseguenze sul piano economico. Tra queste persone troviamo i medici e il personale sanitario, che hanno pagato un prezzo emotivo e psicologico altissimo la prima volta e adesso si sono visti precipitare nella stessa situazione.
D. Che cosa possiamo suggerire a queste persone così provate, perché trovino conforto e nuova speranza? Nuovi lockdown nuove ansie.Parla Isabel Fernandez.
R. Il mio suggerimento è di porsi piccoli obiettivi giornalieri che possano dare comunque un senso di efficacia, e farci tornare protagonisti della nostra vita. Si possono coltivare vecchie e nuove amicizie, spesso trascurate in precedenza per la vita frenetica. Abbiamo tutti i mezzi ora per trovare e contattare amici dell’infanzia, adolescenza, vecchi colleghi. Un’idea è cucinare e preparare i cibi preferiti. Cucinare e mangiare le cose preferite è un modo per prendersi cura di sé ma aiuta anche a stimolare a livello cerebrale la secrezione di sostanze che agiscono da antidepressivi naturali.
Scrivere le cose positive che si vogliono per se stessi. Ringraziare sempre qualcuno per qualcosa che ha fatto per noi, piccole cose. Essere grati alla vita per una cosa ogni giorno. Identificare una qualità per cui le persone ci apprezzano: “sei molto simpatica, oppure determinata.” Possiamo ricordare cosa ci dicevano di positivo quando eravamo piccoli. E poi aiuta pensare a una persona che è stata protettiva con noi nella vita, nella nostra crescita. Anche se questa persona non c’è più possiamo riscoprire e risentire il suo calore dentro di noi.
Naturalmente, se ci si rende conto di non farcela è importante chiedere aiuto, rivolgersi a psicologi e altro personale specializzato nel trattamento dei disturbi d’ansia e da stress post traumatico. In questo campo la terapia con l’Emdr, utilizzata ormai in tutto il mondo nelle sequele degli eventi catastrofici, si è dimostrata rapida ed efficace.
Se non possiamo cambiare l’esterno cambiamo l’interno: i nostri pensieri e le emozioni
D. C’è poi chi reagisce alle restrizioni con rabbia e insofferenza…
R. Sì, anche questo è comprensibile ma, purtroppo, non possiamo permetterci il lusso di appesantire ancora di più una situazione già grave con questi atteggiamenti. Siamo stati abituati a essere liberi e le restrizioni e limitazioni sulla nostra vita non ci piacciono. Così ci comportiamo un po’ come quando, da ragazzini, i genitori ci vietavano di uscire. Ma ora siamo adulti, la minaccia è seria ed è inutile prendersela con il governo o le istituzioni. Stiamo affrontando una pandemia, qualcosa che non ha precedenti nella storia recente dell’umanità, qualcosa di più grande di noi, ed è solo rispettando certe regole di prudenza che possiamo uscirne.
La soluzione? Cercare di stare nella situazione, di tollerarla continuando a lavorare e a proseguire nella propria vita nel modo migliore possibile. Non rinunciando a fare progetti, aspettando che finisca, fino a quanto la vita tornerà a una normalità.
C’è una celebre frase di Tommaso Moro: <Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, la pazienza di accettare quelle che non posso cambiare, ma soprattutto avere la saggezza di capire la differenza>. Ecco, ora ci troviamo in una situazione che non possiamo cambiare, dobbiamo essere saggi e pazienti per gestire le emozioni che questa situazione ci genera. Se non riusciamo a cambiare l’esterno, possiamo sempre cambiare l’interno, i nostri pensieri e le emozioni.
Riscoprire le risorse interiori per tornare a essere protagonisti della propria vita
D. Sicuramente. Ma non possiamo ignorare che le ansie e preoccupazioni ci toccano nel profondo, ci sconvolgono. Come affrontarle?
R.Ciascuno di noi ha le proprie risorse. Dobbiamo proteggerci emotivamente, evitando per esempio di stare ore davanti al televisore a seguire il numero dei contagi. Essere informati va bene ma le notizie amplificate dai media (o infodemia) possono gettare nel panico e nello smarrimento. Dobbiamo sapere quando è troppo per noi, spegnere la tivù e rivolgerci ad altro. Coltivare i nostri interessi, parlare con i nostri cari, trovare occupazioni che ci alleggeriscano la mente, e così via.
Ferite del corpo e dell’anima. Nuovi lockdown nuove ansie.Parla Isabel Fernandez. Psicologa dell’emergenza
D. Riguardo in particolare all’isolamento può suggerirci una strategia psicologica per affrontare le ansie e paure che ne derivano?
R. Dobbiamo pensare, come dicevo già nella precedente intervista, che quelle che contano sono le emozioni che colleghiamo a una certa situazione. Siamo di fronte a due tipi di traumi: la paura del virus con la prospettiva di ammalarci, di finire intubati e altri scenari angoscianti. E la paura dell’isolamento. Nel primo caso è il timore di una ferita del corpo, nel secondo una ferita dell’anima. Per la prima possiamo proteggerci seguendo le regole, cercando di evitare il contagio e di mantenerci in buona salute.
Riguardo all’isolamento invece è la paura di sentirsi soli e depressi. In questo caso è importante chiedersi: quando mi è capitato di provare queste stesse emozioni? Ripercorrendo la mia storia ricordo che ho avuto le stesse emozioni, per esempio, quando è morto mio padre ed ero piccolo.
La situazione di solitudine e abbandono ha riattivato queste emozioni. Però allora ero un bambino, oggi sono adulto e ho altri strumenti per reagire. Nell’inconscio le vecchie emozioni si riaccendono e possono farci precipitare nella disperazione. La via d’uscita è scollegare i due eventi e affrontare quello in cui ci troviamo con la maggiore razionalità e serenità possibile. Ricordiamo, come già dicevo, il dialogo interiore è importante e può fare la differenza tra i diversi modi in cui reagiamo alle situazioni.
Lockdown dei sani: perché io che sto bene mi devo sacrificare?
D. Rispetto alle pandemie del passato, come la spagnola o l’influenza asiatica, oggi ci troviamo in una situazione molto diversa. Allora venivano reclusi i malati, oggi sono i sani che vanno in lockdown. E molti si chiedono, ma perché io che sto bene mi devo sacrificare? Nuovi lockdown nuove ansie.Parla Isabel Fernandez.
R. Sì, è un sacrificio difficile da accettare. E può portare a rischiare. Uno dice, preferisco vivere e lavorare che rinchiudermi e rinunciare alla mia quotidianità. Però così non consideriamo che, se ci sottoponiamo al rischio, non sappiamo come andrà a finire. Potremmo anche ammalarci gravemente, e questo sicuramente non lo vogliamo. D’altro canto, il sacrificio è necessario per i nostri cari e la comunità, insomma per evitare che crescano i contagi. Per un bene superiore possiamo anche sopportare delle rinunce.
D. A questo proposito qualcuno si chiede se dalla pandemia usciremo migliori. E, comunque, se il nostro sistema di valori cambierà. Nuovi lockdown nuove ansie.Parla Isabel Fernandez.
R. Indubbiamente questa pandemia sta avendo un impatto psicologico e sociale enorme. Probabilmente le nostre priorità a livello personale e collettivo cambieranno, e non è detto che questo sia necessariamente un male. Ora siamo in mezzo al guado, ci è difficile capire dove stiamo andando. Ma è importante avere una visione del futuro, vedere la luce in fondo al tunnel.
Questa pandemia ci divide, erige dei muri, ma al tempo stesso ci unisce. La solidarietà è un valore che sta riacquistando importanza: ci troviamo tutti insieme soli di fronte a una minaccia, ed è importante restare uniti. Con l’attenzione e la cura per le cose che contano, senza paure e catastrofismi possiamo andare incontro alle difficoltà con quello che più conta: il coraggio e la pace del cuore.
Da sapere: Emdr Italia, 7000 psicoterapeuti di altissimo livello al servizio della comunità
Emdr Italia, membro della Emdr European Association www.emdr-europe.org, è una Società scientifica che riunisce oltre 7000 psicoterapeuti specializzati di altissimo livello che intervengono dietro le quinte di eventi catastrofici, aiutando le vittime di gravi incidenti, terremoti, violenze domestiche sofferenti di Disturbo da Stress Post Traumatico. Oggi gli psicoterapeuti Emdr si sono messi al servizio della comunità e stanno portando avanti oltre 176 interventi in collaborazione con la Protezione civile e vari enti locali in tutta Italia, aiutando anche il personale sanitario coinvolto. Chi meglio di loro può sapere come affrontare le paure che ci minacciano? Nuovi lockdown, nuove ansie. Parla la psicologa dell’emergenza Isabel Fernandez.
Un approccio innovativo ai problemi psicologici
Quanto all’Emdr, (Desensibilizazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un metodo innovativo, rapido ed efficace, che utilizza i movimenti oculari e altre forme di stimolazione per combattere disturbi legati a traumi e situazioni di stress estremo. Ricerche con università internazionali hanno dimostrato l’efficacia dell’Emdr, che è raccomandato dall’OMS come metodo efficace per i problemi legati a stress e traumi, ed è utilizzato in tutto il mondo.
Quanto all’Emdr, (Desensibilizazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un metodo innovativo, rapido ed efficace, che utilizza i movimenti oculari e altre forme di stimolazione per combattere disturbi legati a traumi e situazioni di stress estremo. Ricerche con università internazionali hanno dimostrato l’efficacia dell’Emdr, che è raccomandato dall’OMS come metodo efficace per i problemi legati a stress e traumi, ed è utilizzato in tutto il mondo.
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