Otto alberi per dare il benvenuto alla primavera
<Trattiamo le piante che ci circondano con indifferenza> scrive Daniele Zovi , guardia forestale e esploratore di boschi in tutto i mondo, nel suo bel libro Alberi sapienti antiche foreste. Come guardare, ascoltare e avere cura del bosco. <Nel millennio dell’iperconnessione abbiamo perso il nostro rapporto con gli alberi, Non conosciamo i loro nomi, l’età, lo stato di salute, la storia>. Di più. Gli alberi vengono bruciati nelle grandi foreste amazzoniche, capitozzati selvaggiamente nelle nostre città, sfruttati per il legname. Eppure senza di loro la vita non esiste. Cominciamo da subito a invertire la rotta. Diamo un nome e una dignità a otto alberi comuni alle nostre latitudini. Alberi che parlano anche al nostro inconscio, antichi rimedi della natura che curano anima e corpo.
Ciliegi in fiore, che sorpresa!
La meraviglia è dietro l’angolo. Gli alberi da frutto (ciliegi, albicocchi, meli, prugni, peschi, peri) annunciano la primavera con una esplosione di corolle bianche e rosa. Appartengono tutti alla famiglia delle rosacee e sono il messaggio della fertilità della natura: ai fiori seguiranno i frutti.
<Nella cultura giapponese, i fiori di ciliegio, amatissimi, sono simbolo di gentilezza e grazia> dice la psicoterapeuta Maria Beatrice Toro, esperta di meditazione mindfulness a Roma. <Sempre in Oriente il pruno è considerato simbolo della giovinezza e del rinnovamento. Osservare questi fiori è una meditazione semplice che fa sentire subito bene>. Otto alberi per dare il benvenuto alla primavera.
Nel bosco di faggi per ritrovare se stessi
Con i loro tronchi possenti e grigi, che assomigliano a zampe d’elefante, i faggi (Fagus sylvatica) accolgono il visitatore della foresta come in una cattedrale verde. <Per gli antichi il faggio era l’albero della saggezza, custode delle storie del mondo> dice Paolo Cabrini, esperto di silvoterapia e camminate nella natura in provincia di Como.
<Ogni bosco è uno spazio sacro: nella natura c’è un potere che ci riporta in armonia con noi stessi>. Il faggio è anche un albero salutare: dai suoi tronchi alti fino a 45 metri un tempo di ricavava il creosoto, potente antisettico e disinfettante polmonare.
Magiche magnolie, nuvole di bellezza
Sugli alberi della magnolia giapponese (Magnolia soulangeana) non ci sono foglie ma i fiori sbocciano tutti assieme, in splendide nuvole bianche o rosa: uno spettacolo che apre il cuore. Mentre le magnolie sempreverdi (Magnolia grandiflora) dalle foglie verde intenso sono avare di fiori ma quando questi sbocciano in estate sono candidi, carnosi e profumatissimi
<La magnolia, albero antichissimo, ci parla della fierezza dell’affrontare la vita a capo eretto e della capacità di distinguere e valorizzare i momenti cruciali della nostra storia, come fossero meravigliosi fiori profumati>. commenta Alessandra Morgagni, psicoterapeuta e neuropsichiatra infantile a Forlì.
Grande e generosa, la quercia. Otto alberi per dare il benvenuto alla primavera
Per gli antichi la quercia (Quercus robur) era un albero cosmico, all’origine del mondo. <L’albero è l’Antenato; è simile all’uomo, ma più antico, più grande, più resistente> dice l’analista junghiano Claudio Widmann, autore di vari testi tra cui L’universo intelligente
<Osservando questa creatura possente ci si sente radicati nella vita, ben “piantati”, eretti e solidi. Ad ogni ciclo vitale nell’albero si rinnovano le foglie, e si rinverdisce un desiderio antico: restare fedeli alla propria singolarità, così come ogni albero è unico e speciale>. Otto alberi per dare il benvenuto alla primavera.
Conifere, tutta energia
Ci sono oltre cento specie del genere Pinus. Quello marittimo svetta sugli altri alberi in grandi ombrelli: cerca la luce, che riesce a catturare persino con la corteccia. Secondo Patrice Bouchardon, esperto di tecniche per trarre energie positive degli alberi e autore di Le energie positive degli alberi stare vicino ai pini aumenta la vitalità e aiuta a vedere la luce in ogni situazione, anche la più buia e sconfortante.
Ma gli “specialisti” delle conifere sono i cinesi: i maestri di qi gong arboreo insegnano questa antica disciplina fatta di movimenti armoniosi, respirazione e rilassamento a contatto con le forze di pini e abeti.
L’eleganza delle betulle. Otto alberi per dare il benvenuto alla primavera
Camminando nel bosco ci sorprende un gruppetto di betulle dalla tipica corteccia bianca. <Flessuose, eleganti, queste piante sono legate alle energie femminili e alla maternità, favoriscono la rinascita interiore, la gentilezza, mentre la loro linfa è un toccasana per la depurazione di primavera> dice Paolo Cabrini. Le flessuose betulle così ci regalano la loro leggerezza e elasticità. Da provare per alleggerirsi il succo di betulla, funziona persino sulla cellulite.
Tiglio, profumo di relax
Con le sue foglie a forma di cuore il tiglio è un grande albero dall’animo gentile. Lo si trova facilmente anche nelle città e, se non lo sapete distinguere, seguite il profumo: quello dolce e intenso dei suoi fiori è inconfondibile. Allergie? Sì perché nelle città si sono poco saggiamente piantati solo alberi maschi che con i loro pollini provocano gli starnuti.
Un tempo invece si piantavano tigli al centro del paese per favorire la vita sociale. Secondo Lucilla Satanassi, erborista che per Remediaerbe organizza trattamenti con lo “spirito degli alberi” questa pianta promuove l’accordo e la riconciliazione tra gli opposti .
L’ulivo per il cuore e il wood wide web. Otto alberi per dare il benvenuto alla primavera
Chi si sente attratto dall’ulivo è perché in qualche modo gli assomiglia. Nel tronco contorto ritroviamo i nostri tormenti, nella capacità di sfidare gli ambienti più inospitali la nostra forza. <L’ulivo ci insegna che è possibile resistere e insieme donare, aprendoci alla vita con generosità> dice Maria Beatrice Toro. Frutti e olio sono fattori di benessere per il cuore e le arterie, l’emblema della dieta mediterranea. Persino le foglie, in decotto, sono efficaci per abbassare il colesterolo.
Ulivi solitari ma anche “conviviali” in grandi uliveti. Dalle nuove ricerche sul mondo vegetale, promosse soprattutto dal ricercatore Stefano Mancuso impariamo che esiste un wood wide web, grazie al quale le piante comunicano e si aiutano tra loro come in una grande famiglia. Così gli alberi, con la loro muta presenza, ci insegnano il valore dell’amicizia e della solidarietà.
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