Come nutrire le difese immunitarie contro i virus
Cominciamo da oggi. In attesa di vaccini e farmaci che speriamo di non usare mai è l’alimentazione di tutti i giorni che ci aiuta a rafforzare le difese immunitarie e prevenire molte malattie. Il nostro sistema immunitario, infatti, è un network intelligente. Si è evoluto in centinaia di migliaia di anni ed è in grado di difenderci egregiamente da virus, batteri e altri patogeni presenti nell’ambiente e formati dal nostro stesso corpo. Ma le cellule immunitarie hanno bisogno di essere nutrite, esattamente come tutti gli altri organi.
Vitamine, sostanze chiave per l’immunità
Si è scoperto per esempio da poco che la vitamina D stimola la produzione di catelicidina e beta difensine, sostanze antimicrobiche. E sono diversi gli studi che confermano l’associazione fra ipoavitaminosi D e malattie respiratorie. Mentre è dimostrato che carenze di vitamina A riducono la risposta anticorpale. E’ vero, ci sono altri fattori che influiscono negativamente sulle difese come stress, carenza di attività fisica, malattie e certi farmaci. Ma una dieta sana è fondamentale. Luca Speciani https://www.dietagift.it/ Medico, nutrizionista e Direttore Scientifico della rivista L’altra medicina magazine http://www.laltramedicina.it/ ci spiega cosa mangiare e cosa no per combattere virus e batteri.
Sì ai cereali integrali per l’intestino
Il sistema immunitario intestinale rappresenta il 60 per cento almeno delle reazioni di difesa dell’organismo. Qui ha sede il microbiota, https://bit.ly/2VWRu8b complesso di batteri “amici” che vanno mantenuti in forma perché producono numerose sostanze battericide. <Le fibre insolubili come quelle di cereali integrali, legumi, noci e mandorle, parti fibrose delle verdure nutrono questi microrganismi> dice Speciani. <Alle fibre, che costituiscono i cosiddetti prebiotici, vanno aggiunti i probiotici come lattobacilli e bifidobatteri contenuti in yogurt e verdure lattofermentate>. Bene anche le fibre solubili presenti per esempio nell’orzo (betaglucano) che vengono utilizzate vantaggiosamente dal microbiota. E ottimi i cereali integrali e legumi per il prezioso contenuto di zinco, minerale immunostimolante. Invece, attenzione a non esagerare con lo yogurt: i latticini facilitano la formazione di muco per l’alto contenuto di lattoglobulina.
Sì a frutta, verdura e uova per gli anticorpi
Cinque porzioni al giorno di frutta e verdura fresche. E’ quello che ci vuole per assicurarci buone quantità di sostanze antiossidanti e antinfettive; come la vitamina C antivirale (agrumi, frutti di bosco, mele, broccoli) , la A (carote, albicocche, zucca), la E (mandorle, semi di girasole, avocado, oli vegetali di alta qualità), flavonoidi (ciliegie, cipolle, cavoli). I vegetali sono preziosi anche per le fibre solubili e insolubili. <Ma attenzione, meglio puntare sul biologico: alcuni pesticidi come il glifosate possono alterare la risposta immunitaria> avverte Speciani. Quanto alle uova, sono con il pesce azzurro (sgombri, sardine, tonno) una delle poche fonti alimentari di vitamina D, preziosissima per le difese immunitarie. Paura del colesterolo? Attenzione, non sempre è nocivo, come raccontano gli specialisti della rivista L’altra medicina magazine. E’ invece fondamentale stare all’aria aperta perché l’esposizione al sole stimola l’organismo a sintetizzare vitamina D. Basta un quarto d’ora al giorno.
No a zuccheri e carne rossa
Nella pandemia da Covid-19 i soggetti più vulnerabili si sono dimostrati essere le persone diabetiche o affette da sindrome metabolica. Ma cosa c’entrano gli zuccheri, che causano il diabete, con il sistema immunitario? <Una dieta troppo ricca di carboidrati raffinati, dolci, bibite zuccherate produce un’ infiammazione cronica a bassa intensità> risponde Luca Speciani. <In questo stato i tessuti sono più sensibili, con pareti più fragili e permeabili, il che favorisce l’attecchimento di virus e batteri>. Oltre agli zuccheri, facilitano l’infiammazione i grassi trans (prodotti confezionati, junk food), salumi e carni ricche di grassi. Senza contare gli inquinanti e gli antibiotici usati anche negli allevamenti.
© Riproduzione riservata